sabato 4 febbraio 2017

L'ANTIVIRUS E' MORTO, VIVA L'ANTIVIRUS



YouTube/Screenshot


L’articolo inevitabilmente prende il nome in parte da John McAfee: 'L'antivirus è morto. Io no'.
Non serve che vi raccontiamo chi è John David McAfee ma vi diciamo di andarvi a leggere le sue biografie.
Il punto è che non potevamo in tema di sicurezza e sopravvivenza dell’identità digitale non parlare di come proteggersi.


John McAfee oltre ad essere dei nomi più controversi e geniali dell'intera industria informatica qualche anno fa aveva rilasciato una splendida intervista su Reddit in cui raccontava la motivazione dell’abbandono della sua società. Oltre alla frustrazione di essere un dipendente pubblico ha dichiarato che “per questioni di sicurezza preferisce utilizzare tutte le piattaforme indistintamente”, sia Windows, che iOS e Android.


“Ma il preferito resta Android "per la sua semplicità d'uso": "La prima cosa che faccio è ottenere i permessi di root con towelroot e rimuovere le abilità di aggiornamento, poi rimuovo il bloatware. Ma poi naturalmente tolgo i permessi di root".


L'informatico è inoltre felicissimo del fatto che la sua McAfee ha cambiato nome divenendo Intel Security dopo essere stata acquisita da Intel nel 2010. Senza peli sulla lingua lo stesso ha rivelato il motivo: "Non avete idea di quanto sia grato del cambio del nome. È diventato il peggior software sul pianeta. Non puoi disinstallarlo, esegue scansioni tutto il tempo, lentissimo. Li avrei licenziati tutti".


Il punto è che John non usa più l’antivirus.


"Non uso antivirus, penso che gli antivirus siano morti e basati su una tecnologia vecchia e non più rilevante.


Gli hacker si muovono ormai dieci volte più velocemente e il sistema degli antivirus non ha più senso. Uso modelli di telefoni senza GPS. Uso il mio smartphone Samsung solo se ho bisogno di internet, e ne cambio uno ogni due settimane per rimanere al sicuro".


Perché vi diciamo queste cose?


Perchè come vi abbiamo già detto negli articoli precedenti, il webprepper siete voi, e come tale, dovete essere voi la vostra prima linea di difesa.


Voi installatelo comunque un antivirus, qui la seconda parte del titolo W L’ANTIVIRUS.
Scegliete quello che vi piace di piu’, consapevoli che senza l’utilizzo della parte più’ importante, cioè voi stessi, servirà a poco.


Secondo il rapporto CLUSIT 2016  il cybercrime cresce del 30% mentre diminuisce l'hacktivism… ma questa è un’altra storia.
A registrare l'incremento più alto è lo spionaggio industriale, che cresce di un +39%. Il quinto rapporto sulla sicurezza stilato dal Clusit racconta, in numeri, vulnerabilità e minacce, descrivendone l'evoluzione. I crimini informatici confermano un bollettino di guerra in cui si rileva il numero di attacchi gravi più elevato degli ultimi 5 anni: 1012 solo quelli di dominio pubblico nel 2015.


E questo conferma quanto vi stavamo dicendo, gli attacchi cambiano, il rapporto non è virus-computer, ma è noi e il resto del mondo.


Come sono cambiati gli attacchi:


L’attacco dei ransomware

Leggendo le statistiche realizzate dagli esperti del Clusit, si scopre che crescono in modo particolare gli attacchi realizzati con tecniche banali, ovvero i Malware comuni e soprattutto i Ransomware, i temibili virus informatici che bloccano completamente i file in attesa di un riscatto: soltanto tra la fine del 2015 e la metà del 2016, infatti, il loro numero è più che raddoppiato, salendo del 129%.

Il Cryptolocker, il virus più temibile

Il più temibile esemplare di questa categoria è il virus Cryptolocker, che ha generato a sua volta numerose varianti e rappresenta un vero e proprio spauracchio per i webnauti: con l’attacco, infatti, si subisce la crittografia totale dei file presenti sul pc, in aggiunta a un messaggio “standard” in cui l’hacker fissa la quota del riscatto per riottenerli in chiaro, che può andare da un minimo di 100 euro fino a richieste superiori agli 800 euro, attraverso però pagamento in bitcoin.
NON PAGATE MAI MA RIVOLGETEVI EVENTUALMENTE ALLE FORZE DELL’ORDINE

Il virus Cryptolocker

Il Cryptolocker si puo’ installare iin differenti modalità:


la più diffusa è quella tramine email, cliccando su allegati di dubbia provenienza (phishing).


È così che, in maniera nascosta e silenziosa, il Cryptolocker inizia a codificare tutti i documenti presenti sull’hard disk del computer e nella rete locale, fino appunto al messaggio che svela il danno e la beffa.

Come difendersi:

Leggere attentamente l’email e pensare prima di cliccare: bisogna perciò restare alla larga da client di posta elettronica che non offrano filtri antivirus, antispam e antiphishing, ma soprattutto non aprire allegati e collegamenti contenuti in mail provenienti da mittenti sconosciuti;


molto importante anche verificare sempre l’attendibilità dei mittenti che si spacciano per autorità o enti, controllando anche lo stile e l’italiano utilizzati nel testo della mail, che spesso contengono numerosi errori grammaticali.


Tenere sempre aggiornati sia sistemi operativi che antivirus.


Effettuare spesso un backup dei dati, da tenere al sicuro e non collegato al dispositivo principale.

I rimedi al contagio del Cryptolocker

Quando invece è troppo tardi e l’infezione è già partita, c’è purtroppo poco da fare; il primo consiglio è di spegnere immediatamente il computer e staccarlo dalla Rete, scollegando tutte le memorie esterne eventualmente utilizzate, perché ogni esitazione potrebbe peggiorare la situazione.


Non mettetevi ad installare ulteriori programmi da siti non certificati perchè potreste portarvi in casa ulteriori virus.


In ogni caso se volete provare è appena uscito questo articolo che propone alcuni sistemi di decifratura:




I nostri consigli sono quelli di stare sempre attenti alla vulnerabilità. La maggior parte di questi sistemi non si basa su attacchi sofisticati, è puro phishing. Le pratiche per proteggersi sono le solite:


Non lasciate i propri dispositivi incustoditi;
Non aprite file sconosciuti;
Dotarsi di un antivirus,
Evitate password troppo semplici (leggetevi il nostro articolo sulle password) e cambiatele spesso;

Aggiornare sempre il sistema operativo qualunque voi utilizziate.